I luoghi

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  1. .Ranma.
     
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    IL GIAPPONE

    Tokyo è il background preferito dei mangaka giapponesi, in quanto è una città in continua evoluzione; in essa, la vecchia tradizione di kimoni e templi Edo si fonde con l’iper tecnologia del ponte dell’Arcobaleno e delle innumerevoli stazioni presenti nei 23 quartieri speciali in cui è suddivisa la città. Ed è proprio in un quartiere di Tokyo, Nerima, che la Takahashi lascia interagire i suoi personaggi. Volendo fare un confronto su come l’autrice sia riuscita ad adattare i luoghi reali alle sue storie, distinguiamo 4 ambientazioni particolari.

    Casa Tendo.
    I giapponesi hanno sempre rappresentato un popolo profondamente rispettoso di abitudini e tradizioni; proprio grazie ai cartoni animati ho avuto modo di apprendere, ad esempio, che è buona educazione togliersi le scarpe non appena viene varcato l’ingresso domestico (genkan), lasciandole con le punte rivolte verso l’uscita, e di infilarsi pantofole o rimanere con i calzini per evitare di sporcare il pavimento. Nell’abitazione dei Tendo (dove vivono, praticamente da parassiti, anche Ranma col padre ed il maestro Happosai), si possono apprezzare tanti piccoli particolari che anche nella realtà costituiscono l’interno delle tradizionali dimore nipponiche: porte scorrevoli (fusuma), pannelli (shoji) tappezzati con carta di riso (ecco perché sono facilmente soggetti alla rottura, specie quando Genma e Ranma litigano!) , ampi armadi (oshiire) in cui vengono riposti lenzuola (shikifu) e futon, sostantivo che indica il caratteristico letto costituito da un materasso sottile (shikibuton) e dalle coperte (kakebuton) e che è possibile srotolare sul pavimento. Il materiale principale di costruzione per l’esterno delle case giapponesi è il legno, in quanto facilmente rimpiazzabile in caso dei terremoti frequenti cui è soggetta quella terra; all’interno, invece, ritroviamo il tatami, ovvero il pavimento, che consta di tre parti: toko, cioé paglia di riso, omote, costituito da steli di igusa (un tipo di tessuto vegetale), e heri, che è una stoffa. Ecco una tipica dimora nipponica rapportata con l'abitazione dei Tendo vista sia nell'anime che nel fumetto:


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    Una stanza di casa Tendo di cui possiamo apprezzare bene i particolari è il bagno, perché spesso i personaggi vi si recano per attingere all’acqua calda e lavarsi di dosso la maledizione. Esso è costituito da una sorta di ingresso (dove ci si spoglia) dal quale poi si accede al toire, un ambiente dove vi sono il water ed il lavabo, ed al furo, uno spazio dove vi è un tipo di vasca molto più profonda rispetto alla nostra, in quanto l'acqua deve poter arrivare fino al collo; sia nel manga che nell’anime, sarà proprio il furo a vedere il primo incontro fra Akane e Ranma ragazzo2. Anticamente, però, il corpo veniva lavato nel goemonbur (che prende il suo nome da Ishikawa Goemon, un uomo condannato a morire in un calderone pieno di olio bollente), una piccola conca in ferro riscaldata con la legna grazie ad una fornace sottostante. Elementi che non devono mancare mai fra le pareti domestiche nipponiche sono due altarini religiosi: il Kamidana (per il culto dello shintoismo) ed il Butsudan (per il culto del buddismo) . ‘Kamidana’ sta letteralmente a significare ‘Mensola per gli Dei’, in quanto riservata a particolari divinità cui rivolgersi; su di esso vengono poste candele, riso bianco e sake (una bevanda alcolica giapponese che si ottiene dalla fermentazione del riso). Più importante è di sicuro il Butsudan, letteralmente ‘Altare del Buddha’, che viene utilizzato sia per pregare per l’appunto tale divinità che i propri defunti e che si può chiudere con delle ante o riporre in un mobile apposito. Vi si offrono cibo, fiori ed incensi e dopo 49 giorni dalla dipartita di un proprio caro viene posta una tavoletta (ihai) sulla quale è inciso il nome attribuito al morto; questo perché in Giappone vi è l’usanza secondo la quale il sacerdote dà un nuovo nome al deceduto. Soprattutto nel manga, si vede molto spesso Soun Tendo pregare per la moglie defunta presso questo altarino.

    Parco Shakujii.
    Per quanto Tokyo possa essere una città caotica dominata da una linea ferroviaria iperveloce (la Yamanote-sen) e da grattacieli altissimi che ospitano centinaia di uffici e maxischermi pubblicitari, non mancano di certo gli spazi verdi dove portare a spasso il cane o incontrarsi semplicemente con gli amici. Sia nell’anime che nel manga di Ranma, si ha modo di osservare il parco Shakujii (Shakujii Koen) in diverse occasioni; le più stuzzicanti sono il momento in cui Ranma urla un fragoroso “Ti amo!” ad Akane3 e quando viene organizzato per la prima volta un incontro con Nodoka, sua madre 4. Nella realtà, questa ritrovo a Nerima esiste sul serio (vi è molto praticato il birdwatching) e la Takahashi sembra averne proposta una versione decisamente fedele all’originale; infatti, nelle tavole che lo ritraggono ritroviamo i viali alberati, le panchine, i sentieri provvisti di siepi rigogliose e le giostrine in ferro per i più piccoli. Ecco come appare tale luogo nella realtà e come l'autrice lo propone:

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    Classica, sia nell'anime che nel manga, è la presenza dei due laghetti caratteristici di questo spazio verde: uno è lo “Shakujii”, l’altro è il “Sanbō-tera”; in particolare, quest’ultimo fa spesso da sfondo, nella realtà, a molte serie tv nipponiche. Ciò che invece non viene mostrato ma che rappresenta un elemento peculiare del parco sono i resti di un antico castello (che prende il nome dal parco stesso), costruito durante il periodo Kamakura (1185-1333) e distrutto nella seconda metà del XV secolo.

    Liceo Furinkan.
    Il Giappone è considerata la nazione più istruita al mondo, con lo 0% di analfabetismo ed il 100% delle iscrizioni alla scuola dell’obbligo; il suo sistema di istruzione prevede 6 anni di elementari (da iniziare all’età di 6 anni), 3 di medie inferiori (dopo i quali termina la scuola dell’obbligo), 3 di medie superiori e 4 di università (per divenire uno studente universitario è necessario superare un esame di ammissione non semplice5, Love Hina docet!). Le lezioni iniziano ad aprile per terminare nel marzo dell’anno successivo e si hanno circa 14 giorni liberi fra la chiusura e la riapertura; gli studenti godono di ulteriori pause didattiche con l’arrivo di Capodanno (2 settimane) ed in occasione dell’estate (6 settimane). Nella maggior parte delle scuole superiori nipponiche l’ingresso è alle 8.30 e l’uscita alle 15.00, ma i ragazzi possono trattenersi oltre l’orario scolastico per svolgere attività ricreative come il teatro e l’atletica leggera oppure per provvedere alla pulizia di aule e laboratori; inoltre, a differenza dell’Italia, le classi sono costituite anche da 40 studenti in virtù dell’alta densità di popolazione. Ranma ed Akane frequentano la 1^F presso il liceo Furinkan, che la Takahashi idealmente pone nel quartiere di Nerima; ecco come l'autrice propone tale struttura sia nel manga che nell'anime e come invece si presenta una scuola di Tokyo nella realtà:


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    Ad eccezione di Ranma (che predilige sempre e comunque il suo modo di vestire alla cinese per ogni occasione), tutti gli studenti indossano una divisa, in gergo seifuku, che è diversa a seconda dell’istituto di appartenenza. Sia nel manga che nell'anime, per i ragazzi ritroviamo la classica uniforme scolastica, che trae spunto dal modo di vestire dei cadetti prussiani: essa fa uso di toni abbastanza scuri (come il blu o il nero) ed è costituita da un pantalone, da una camicia bianca e da una gakuran, ovvero una giacca dotata di un numero variabile di bottoni di ottone e di un caratteristico colletto alto e rigido, che va portato rigorosamente abbottonato come segno di buona educazione. Per quanto riguarda le uniformi per il gentil sesso, invece, si predilige una vestibilità nettamente più femminile; famose sono le sailor-fuku, ovvero le classiche uniformi alla marinara, i cui colori variano in base all’istituto: esse sono costituite da un un’ampia gonna a pieghettine portata con lunghi calzettoni (loose-socks, che mi permetto di tradurre liberamente come ‘calzini morbidi’ in quanto vanno indossati in modo che non aderiscano troppo) e da una camicetta con colletto a righe (stile ‘Paperino’ e ‘Sailor Moon’, che per l’appunto vestono alla marinara), il quale il più delle volte è abbellito da un nastro, portato a mò di fiocco oppure semplicemente tenuto fermo da una spilla. Sia nel manga che nell’anime, è possibile osservare la sailor-fuku su Kodachi (che frequenta un istituto per sole donne), mentre nel liceo Furinkan la divisa femminile è molto più sobria, in quanto costituita semplicemente da un vestitino verde e da un bolerino dello stesso tessuto (utilizzato nei mesi più freddi), cui va abbinata una camicia bianca a maniche corte.

    I canali di Nerima.
    Sia nel manga che nell’anime è possibile osservare diversi canali di scolo, che caratterizzano anche nella realtà le strade di Tokyo e, più in generale, del Giappone. Essi sono bacini artificiali protetti da mura di cemento, intervallate da una delle due estremità di grossi tubi che permettono lo scolo delle acque piovane che verranno poi riutilizzate, ad esempio, per irrigare i campi. Solitamente, questi canali costeggiano uno dei lati delle strade cittadine, dalle quali sono separate tramite recinzioni metalliche; come la Takahashi ci mostra, nel tragitto che separa la casa dei Tendo dalla scuola Ranma ha l’abitudine di camminare proprio sul cornicione di queste protezioni in ferro, con l’effetto che ad ogni piccola perdita di equilibrio (indotta il più delle volte da un litigio con il padre o da una discussione con Akane, che lo spinge con un calcio o con un pugno…) cade nel fiumiciattolo e diventa donna! Ecco uno scorcio di un quartiere di Nerima con relativo canale, confrontato con la versione dell'autrice:

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    LA CINA

    Lasciamo ora il Giappone e proiettiamoci virtualmente in Cina. Escludendo flashbacks vari, l'autrice si concentra su un solo luogo di questa nazione, ovvero nella zona dove alcuni fra i co-protagonisti hanno contratto ognungo il proprio imbarazzante sortilegio: le sorgenti (in cinese "Nichuan") di Jusenkyo.

    Le sorgenti maledette.
    Jusenkyo è un'ubicazione immaginaria che la Takahashi colloca in Cina e che indica in cinese come "Zhou Chuan Xiang". Nel primo volumetto, e più precisamente nel capitolo italiano ‘Il Segreto di Ranma’, la mangaka gli attribuisce una dettagliata posizione geografica: “monte Chuanjing, della catena montuosa Bayankala, in provincia di Chinhai, Cina". Tale luogo non è del tutto frutto della fantasia, in quanto le montagne di Bayankala esistono anche nella realtà: esse caratterizzano la provincia di Qinghai (Cina) e sono attraversate a nord dal Fiume Giallo ed a sud dal Fiume Yangtze.
    Le sorgenti immaginare di Junsekyo vengono presentate, sia nell'anime che nel fumetto, come “il mitico campo di addestramento” e sono costituite da più di un centinaio di specchi di acqua, dai quali sbucano una miriade di canne di bambù. E sono proprio queste canne di bambù ad essere reputate da Genma, padre di Ranma, un ottimo punto di equilibrio per il figlio durante l'allenamento per divenire un buon maestro di arti marziali. Ecco un confronto fra come tale paesaggio si presenta nella realtà e di come venga rappresentato Jusenkyo dall'autrice in entrambe le versioni:
    La storia di Ranma ½ vuole che le fonti suddette celino un terribile segreto: sempre nel primo volumetto, la guida autoctona spiega ai due avventori che molti anni addietro in quelle pozze morirono affogati esseri umani ed animali, lasciandovi la loro anima; da allora in poi, tutti coloro che vi cadranno subiranno un duplice effetto:
    1) assunzione del corpo del defunto ogni volta che entreranno in contatto con l’acqua fredda;
    2) ritorno temporaneo al proprio aspetto originario a contatto con l’acqua calda6.
    Man mano che la storia si svilupperà e verranno presentati i vari personaggi colpiti da questa maledizione, di conseguenza verranno descritte molte sorgenti con i relativi effetti; le più importanti da citare sono, nell’ordine di apparizione:
    Xiong Mao Nichuan: 2000 anni prima vi annegò un Panda e ne subisce l’effetto Genma Saotome;
    Niang Nichuan: 1500 anni prima vi annegò una “candida fanciulla” e ne subisce l’effetto Ranma Saotome;
    Heito Uen Nichuan: 1200 anni prima vi annegò un maialino nero e ne subisce l’effetto Ryoga Hibiki;
    Mao Nichuan: 1800 anni prima vi annegò una gattina e ne subisce l’effetto Shan-Pu;
    Yazhi Nichuan: 1300 anni prima vi annegò un’anatra e ne subisce l’effetto Moose;
    Niu-He-Man-Mao Ren Nichuan: 2500 anni prima vi annegò “un uomo delle nevi che era su un toro con un’anguilla ed una gru nelle mani” e ne subisce l’effetto Collant Taro (in originale Pansuto-Tarō , nome datogli da Happosai, il quale assistette alla sua nascita e lo ripulì dalla placenta immergendolo proprio in questa sorgente!). Sul suo corpo maledetto, Taro si ritroverà anche dei tentacoli e la facoltà di spruzzare inchiostro, in seguito al bagno nella Chanyui Nichuan dove 1600 anni prima annegò una gigantesca piovra!
     
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  2. [Kumìko]
     
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    Grazie x averlo postato...è molto interessante! :)
     
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1 replies since 12/10/2008, 19:34   864 views
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