One Pound Gospel

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  1. .Ranma.
     
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    Titolo: One Pound Gospel
    Casa ed.: Star Comics
    Anno: 1987
    Anno Ita: 1997
    Autore: Rumino Takahashi
    Titolo originale: Ichi pound no fukuin (lett. Una libbra di vangelo)
    Testata giapponese: Young Sunday (ed. Shogakukan).
    N° volumi: 3
    N.B.: di questo manga è stato realizzato un OAV di 55 minuti dalla Shogakukan Video, nel 1989.




    Che effetto vi farebbe vedere un ragazzo corteggiare instancabilmente una suora? Come? Strano, vero? Incredibile addirittura...
    Altro che incredibile! Ormai dovremmo sapere che questo termine non rientra nel vocabolario della vulcanica Principessa del manga Takahashi, per la quale tutto è possibile, sempre!

    A differenza di tanti altri lavori della Takahashi però, One Pound Gospel non mostra la caleidoscopica realtà alla quale siamo ormai abituati: i personaggi, affatto fuori dal comune, e la quotidianità delle situazioni, sembrano non avere precedenti nella produzione dell'autrice. I personaggi in scena sono un numero veramente esiguo e nessuno di loro è dotato di poteri particolari, capacità straordinarie o carattere esplosivo; l'autrice distribuisce poche, peculiari qualità ai due protagonisti, lasciando nella propria tranquilla ordinarietà tutti gli altri.

    One Pound Gospel è quindi una semplice, dolce e divertente storia che ha come protagonisti due ragazzi comuni: un giovane boxer di nome Kosaku Hatanaka e una timida novizia, suor Angela.
    Ed è proprio nella scelta di questi due personaggi che entra in gioco la bravura della Takahashi nel rendere straordinario anche ciò che sembrerebbe condannato alla banalità.

    Kosaku infatti, solo apparentemente è un normale ragazzo che pratica la boxe; in realtà la sua vera, profonda (e per nulla nascosta) passione è il cibo. La sua voracità a tratti isterica, non si ferma davanti a niente e costituisce inevitabilmente un grande ostacolo per la riuscita della sua carriera di pugile. A nulla valgono le mille promesse che quotidianamente Kosaku fa al coach, a suor Angela o a se stesso.

    Come si può cedere così facilmente ad un piatto di ramen precotti, senza provare un minimo di vergogna o di senso di colpa nei confronti di chi crede fermamente nella riuscita della nostra dieta? La debolezza di carattere di Kosaku verso il cibo è snervante, soprattutto tenendo conto della tenace forza di volontà che, al contrario, manifesta nell'amare Angela e nel continuare a praticare la boxe.


    Inizialmente, l'ingenuo coach Mukoda ripone nel giovane Kosaku grandi speranze per una luminosa carriera; questo fino a quando non si trova a dover fare i conti con il suo insaziabile pupillo, capace addirittura di sfuggire all'attenta sorveglianza e di lanciarsi in rischiose incursioni notturne alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa, da mangiare. Un pugile tanto sconsiderato da rischiare ogni volta, prima di un incontro, di non riuscire a rientrare nel limite di peso della propria categoria; capace addirittura di salire sul ring a pancia piena e accasciarsi sconfitto nel proprio vomito, gettando disonore su se stesso, sul coach e sulla palestra alla quale appartiene. Un uomo cui non interessa avere una reputazione, mantenere intatto il proprio orgoglio, né tanto meno cercare una parvenza di contegno agli occhi della donna che vorrebbe conquistare, purché possa strafogarsi di tacos.

    E che dire della dolce suor Angela, attenta ascoltatrice dei ripetuti peccati di gola di un irriducibile coccodrillo buongustaio? Che cosa pensa la ragazza, chiusa tra le mura del convento, del proprio ingordo spasimante? Come riesce a passare sopra alle tante, troppe promesse infrante, alla dura realtà di una fiducia puntualmente mal riposta? Lei ha una fede cieca in Kosaku, degna di chi vuole dedicare la propria vita a recuperare le pecorelle smarrite e a riportarle sulla via tracciata dal Signore. Viene da chiedersi come riesca, ad ogni delusione subita, a continuare a credere in quel corteggiatore mangione: non sarà che vuole camuffare un amore inammissibile dietro tanta, cieca fiducia?

    Le vicende si svolgono per tutto il primo volume secondo lo stesso copione: una serie di capitoli dall'andamento regolare, in cui l'inizio e la fine di ogni episodio coincidono con quelli di tutti gli episodi successivi. Questa ciclicità a lungo andare finisce col risultare un po' noiosa, ma prontamente l'autrice risolleva le sorti di una storia altrimenti ristagnante nell'altalenarsi di promesse, fallimenti e perdoni: Kosaku riesce ad impegnarsi un po' di più nel mantenere i giuramenti fatti, mentre suor Angela sembra finalmente vacillare di fronte al caparbio corteggiamento e nuovi, strampalati personaggi fanno irruzione. È proprio in questo momento che la storia si fa più articolata e diviene una divertente e travolgente commedia degli equivoci in tipico stile Takahashi.

    La serie, composta da tre volumi, non è ancora conclusa; l'autrice ha infatti temporaneamente sospeso la stesura dell'opera (cui sembrerebbe dedicarsi nei ritagli di tempo tra una serie e l'altra) e ha lasciato (ahimè) tutti con il fiato sospeso. Probabilmente, quando sarà terminata, saremo in grado di dare un giudizio più esaustivo: si dovesse trattare di un'opera di ampio respiro, le imperfezioni e le incertezze iniziali, avranno molto meno peso. Al contrario, dovesse concludersi con pochi altri capitoli aggiuntivi, la mancanza di dinamismo narrativo avvertita nel primo volume assumerebbe inevitabilmente un'importanza maggiore.

    Resta da dire che in One Pound Gospel, la Takahashi esce dal solito tracciato del mondo della tradizione giapponese: l'autrice ci ha abituato a storie dai fortissimi toni tradizionali, vicende il cui teatro è stato tanto il Giappone moderno quanto quello delle epoche passate, sapientemente modellato in modo da non risultare mai banale, anzi da poter stupire per la quantità di leggende e stravaganze in grado di vantare. In questa occasione, di giapponese vediamo molto poco e quello che vediamo è un inerme quanto banale, sfondo delle vicende: sorprendentemente è la religione cattolica, o meglio, sono le restrizioni della tradizione cristiana, ad elaborare la trama.

    Di conseguenza, la ricezione del cristianesimo in Giappone, mai esplicitamente ostentata dalla Takahashi ma presente nella mente del lettore, dà adito ad una serie di riflessioni. C'è da chiedersi infatti, che effetto faccia ad un lettore giapponese una storia d'amore tra un pugile e una suora. Per quanto riguarda le reazioni che sortisce in un lettore occidentale, la cui percezione dei fatti è figlia legittima delle convenzioni che regolano il suo immaginario, credo concorderete che la cosa suoni un po' strana. Ma il nostro "giapponesissimo" protagonista sembra non scoraggiarsi di fronte alle imposizioni dell'ordine monastico e alla risolutezza di suor Angela nel seguire il cammino verso Dio. Soprattutto non si lascia mai demoralizzare dall'obbligo di nubilato cui la sua amata sta andando incontro; anzi fa, come si suol dire, orecchie da mercante in maniera piuttosto sfacciata!

    Che sia allora questa la reazione che avrebbe un giapponese di fronte ad un amore tra i due protagonisti? Che sia questa la chiave di lettura dell'opera, quella che permette di capire anche a noi, quanto in fondo non sia un amore impossibile?
    La risposta a queste domande presumibilmente ci verrà fornita solo quando la Takahashi metterà fine alla serie, quando finalmente capiremo se Kosaku è un folle o semplicemente un ragazzo che crede che la sola forza dei propri sentimenti gli permetta di coronare il suo amore con Angela.
     
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